Ogni anno Baldo ci offre una novità importante: prima il Braccobaldo, poi Arighetti, poi il Gend ma quest’anno zitto zitto se ne esce con una novità un po’ spiazzante: Val Lesina e il suo tracciolino, a fine novembre, giusto giusto per il trentennale dello scrivente e del prode Buco. Ammetto di essere cascato dal pero quando ho sentito tracciolino in Val Lesina, di tracciolino ne conoscevo uno solo, il classi della Val dei Ratti – Val Codera ma Baldo si sa, tiene ben nascoste le sue sorprese.
Un folto gruppo di curiosi si unisce all’avventura, temerari nonostante la giornata uggiosa e la pioggerellina. Inizio soft, una discreta salita, che contemplava dei lunghi tratti in cui tirare far girare le gambe (12% di pendenza), altri dove si poteva salire più agile (15%) e qualche parte dove ci rilassava (il garmin si è rifiutato di dare la pendenza.. meglio così). Diciamo che è una strada efficace: poco sviluppo, tanto dislivello. E nella parte finale anche tanti tornanti.
Arrivati ad Avert, gustata la vista della valle, sgranchite le gambe iniziamo un po’ di sali e scendi nelle foglie verso lo sconosciuto tracciolino: un ultimo tratto di strada bianca ed eccolo, stupendo, diverso da ciò che ci si aspetta, più intimo, chiuso ma non per questo meno spettacolare, in una valle poco famosa, forse per nulla, se non ai locali, con la sorpresa alla fine, nel mezzo di questa valle incontaminata, inospitale, ripida, ecco che spunta un ponte romano. Sembra caduto dal cielo, totalmente estraneo al panorama circostante, eppure è lì, vero, da ammirare, da fotografare.
Ma il giro è solo a metà! Lasciandoci alle spalle il tracciolino e il versante orientale della valle, ci inoltriamo nel bosco e nei suoi segreti e animali strani.
Un po’ pedalando, un po’ spingendo, un po’ portando, tutto comunque calcolato al minuto dal preciso Baldo, anche l’annessa sosta per gustare del buon salame e uno spumantino e festeggiare prima di quello che tutti alla fine attendono: la discesa!
Che però è solo un antipasto, gustato in fretta, con qualche scivolone e le risate a seguire. Pedalando ancora un po’, spingendo che fa sempre bene, tutto su sentiero, si arriva ad Osiccio, dalla parte opposta rispetto ad Avert: ecco il coast to coast della val Lesina che si chiude.
E qui avviene il cambio della guardia: Baldo cede il posto ed inizia “Esplora con Nick: episodio boh (ormai il conto si è perso)!”. Un altro tratto di salita e poi giù, nei cespugli nel bosco. Devo dire che però questo giro ci è andata bene, la traccia più o meno c’é e dopo un primo momento per capire il terreno (e trovare ad un sentiero) si scende divertendosi nel bosco, tagliando solo ogni tanto la strada.
Ciliegina sulla torta, una garanzia: un veloce Gend, versione allungata, già divernte di suo, ancora di più farlo in compagnia di molta gente che non sogna altro che la merita birra finale.
Poco più di mille metri di dislivello, un 20 km in totale, breve sulla carta ma un giro che colpisce.
Manca poco a poterlo rifare, molto poco.
Ringrazio Gio Moretti per le foto!